Sulla crisi grossetana

Come dice qualcuno sulla crisi: “ora bisogna trovare gli strumenti per governarla!”
Appunto, governarla e non specularci sopra! O forse non capiamo cosa significhi governare? Quelli che parlano dai pulpiti si dovrebbero fare l'esame di coscienza ( mi ci viene da ridere! ).
Parlano facendosi passare per cartine di tornasole, termometri viventi, invece, sapendo meglio e prima le cose e sapendo anche cosa vuol farsi sentir dire la gente comune ostentano frasi che quasi quasi le vittime della crisi sono loro! Invece le vittime sono le persone semplici, quelle famiglie che godono del salutare dono dell'ingenuità e della semplicità e non conoscono malizia e che non hanno mai compiuto speculazioni non sapendo nemmeno cosa siano le speculazioni.
Chi va a dire in giro che adesso la crisi bisogna governarla è dalla parte della speculazione e quindi dovrebbe essere il primo a stare zitto e godersi i miliardacci suoi! Ma figuriamoci!

Il territorio maremmano non può uscire dalla crisi se non per una casuale indiretta conseguenza dovuta ad una ripresa culturale ed economica del resto del territorio italiano. Non è bello questo vero? Le opportunità di ripresa culturale ed economica non arrivano dall'oggi al domani; dall'oggi al domani si possono fare le speculazioni! Perché? Perché lo speculatore è colui che ha liquidità sonante e col cappio del ricatto guadagna sulle disgrazie altrui ( per questo non andrà neppure in paradiso!) .

Le buone condotte da tenere perché un territorio possa avere gli anticorpi per non soccombere stanno nella coerenza fra quello che si dice e quello che si fa.

Il territorio grossetano sta subendo arrivi inconsueti di persone delle quali non si conoscono bene i propositi. Ah, non parliamo di razzismo, non parliamo di quelle persone sciagurate, quelle dei barconi, Dio li guardi!
Esempio- l'apertura continua di supermercati ci fa sorgere questa riflessione: tutti mangiamo, tutti ci vestiamo, tutti ci contorniamo di oggetti; tale bisogno viene soddisfatto dal commercio, il commercio a sua volta trae beneficio economico dalla vendita di beni - La concorrenza nel commercio apporta benefici ai consumatori- La concorrenza commerciale è positiva quando si verifica un giusto equilibrio fra domanda ed offerta. Chi, e quanti ce ne sono e quanti ne verranno, sul territorio grossetano apre nuovi centri commerciali, evidentemente non guadagna dalle merci vendute: a chi è capitato di trovare nei vari supermercati gli scaffali vuoti di pasta? Chi non ha trovato sugli scaffali il burro? E via così! Se si somma la merce presente nei supermercati grossetani ci sarebbe da sfamare una città come Milano! Quindi non può essere spirito imprenditoriale e fiuto commerciale quello di chi pensa di aprire nuovi supermercati ( recenti, meno recenti, futuri e futurissimi) sapendo di venire a vendere in un mercato inflazionato , dove appunto, “di roba ce n'è anche pel maiale” .
I movimenti economici di queste operazioni, e non solo quelle di questo esempio ( un solo esempio valga per rendere il concetto) non toccano la gente semplice, le famiglie normali, quelle che hanno i figli negli istituti tecnici o licei che vorrebbero offrire loro un futuro felice all'insegna delle buone regole, del rispetto della persona, della legalità e della tutela!

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