Assemblee ed incontri
Le affermazioni riguardanti la Maremma e Grosseto ormai le abbiamo stampate in testa, in tutte le salse.
Diaciamo che abbiamo capito!
Ma diciamo anche che sono due schieramenti di genere ad usare queste due parole.
Uno schieramento è costituito da certi “decisionisti, interventisti” che con stuole di apparenti interessati, accalcati, annunciano, declamano e profondono in grandi assemblee ufficiali strategie risolutive con tecniche comunicative incisive di moda, che vogliono giungere a che cosa? Muri!
Muri che tuteleranno turismi d'elite, benessere garantito per ricchi che si muovono con yachts, elicotteri, suvs. A queste assemblee ufficiali, come dicevamo partecipano “folle”. Queste iniziative reclamano diritti e annunciano cantieri in nome dello sviluppo dell'economia della “Maremma”. E giù luoghi comuni! Ma anche sostanza perché questi fanno davvero, i soldi ci sono davvero, ma perché in parte, riescono ad ottenerli dalla Comunità Europea ed in parte li hanno fatti con le speculazioni edilizie, legittime per l'amordiddio.
Già, la speculazione edilizia, definizione da analizzare e che è pronunciata come tabù, che serpeggia cautamente, pericolosa perché grave, pesante, da pronunciarla con moderazione come ad equilibrare il peso del proprio contenuto. Serpeggia questa definizione nell'ambito dell'altro genere di schieramento, quello che contempla ( non usa) le parole Grosseto e Maremma con altro stile. Questo schieramento gravita e istituisce ambienti e lezioni senza entusiasmanti declami d'azione ma con succose relazioni colte e coltissime che inoculano goccioline di cultura locale nel silenzio, in luoghi appartati o se non appartati, più educati, se si può associare quest'aggettivo ad un luogo.
Quel termine tabù si lascia percepire, dedurre, verso lo sfumare del tempo a disposizione concesso a questo tipo di incontri confronti, in educati colloqui di denuncia civile verso i risultati ottenuti dai governanti locali del passato, del recente passato e del presente.
Questo tipo di iniziative oltre ad essere dimesse e silenziose sono anche disgiunte tra di loro come in una forma di rispetto l'una verso l'altra.
Forse viene facile reagire dicendo che oggi le persone sono disabituate ad interessarsi ad hanno più successo iniziative dove si parla di cemento poiché, un po' fra il cantiere edile, un po' per quello che si fa dentro alle stanze costruite si dice che si genera lavoro e quindi ci si piena la pancia.
Pare però che ambedue gli schieramenti che usano o contemplano le parole Maremma e Grosseto lo facciano in maniera squilibrata. Uno per scopi lucrativi esclusivi per vendere a ricchi ed a nicchie di mercato riservatissime che gravitano in circuiti di palato fino seppur costituiti da cafoni, acculturati, prepotenti, arroganti, visto che quelle persone, intoccabili sono dalla legge, ma di sicuro, riconosciuto è stato il loro modo di raggiungere il “successo”.
L'altro schieramento si accosta alle parole Maremma e Grosseto per rileggere e leggere la storia umana di questa terra in modo asettico, inviolabile, semmai commentando con borbottii sommessi derivati da deduzioni colte che sanno cogliere la logica del “perché alla fine le cose sono andate così”, ma che, o per il ruolo che occupano queste persone nella società o per snobbismo, non hanno riflessi concreti per la gente normale. Sarà tutto questo forse il famoso provincialismo?
Diaciamo che abbiamo capito!
Ma diciamo anche che sono due schieramenti di genere ad usare queste due parole.
Uno schieramento è costituito da certi “decisionisti, interventisti” che con stuole di apparenti interessati, accalcati, annunciano, declamano e profondono in grandi assemblee ufficiali strategie risolutive con tecniche comunicative incisive di moda, che vogliono giungere a che cosa? Muri!
Muri che tuteleranno turismi d'elite, benessere garantito per ricchi che si muovono con yachts, elicotteri, suvs. A queste assemblee ufficiali, come dicevamo partecipano “folle”. Queste iniziative reclamano diritti e annunciano cantieri in nome dello sviluppo dell'economia della “Maremma”. E giù luoghi comuni! Ma anche sostanza perché questi fanno davvero, i soldi ci sono davvero, ma perché in parte, riescono ad ottenerli dalla Comunità Europea ed in parte li hanno fatti con le speculazioni edilizie, legittime per l'amordiddio.
Già, la speculazione edilizia, definizione da analizzare e che è pronunciata come tabù, che serpeggia cautamente, pericolosa perché grave, pesante, da pronunciarla con moderazione come ad equilibrare il peso del proprio contenuto. Serpeggia questa definizione nell'ambito dell'altro genere di schieramento, quello che contempla ( non usa) le parole Grosseto e Maremma con altro stile. Questo schieramento gravita e istituisce ambienti e lezioni senza entusiasmanti declami d'azione ma con succose relazioni colte e coltissime che inoculano goccioline di cultura locale nel silenzio, in luoghi appartati o se non appartati, più educati, se si può associare quest'aggettivo ad un luogo.
Quel termine tabù si lascia percepire, dedurre, verso lo sfumare del tempo a disposizione concesso a questo tipo di incontri confronti, in educati colloqui di denuncia civile verso i risultati ottenuti dai governanti locali del passato, del recente passato e del presente.
Questo tipo di iniziative oltre ad essere dimesse e silenziose sono anche disgiunte tra di loro come in una forma di rispetto l'una verso l'altra.
Forse viene facile reagire dicendo che oggi le persone sono disabituate ad interessarsi ad hanno più successo iniziative dove si parla di cemento poiché, un po' fra il cantiere edile, un po' per quello che si fa dentro alle stanze costruite si dice che si genera lavoro e quindi ci si piena la pancia.
Pare però che ambedue gli schieramenti che usano o contemplano le parole Maremma e Grosseto lo facciano in maniera squilibrata. Uno per scopi lucrativi esclusivi per vendere a ricchi ed a nicchie di mercato riservatissime che gravitano in circuiti di palato fino seppur costituiti da cafoni, acculturati, prepotenti, arroganti, visto che quelle persone, intoccabili sono dalla legge, ma di sicuro, riconosciuto è stato il loro modo di raggiungere il “successo”.
L'altro schieramento si accosta alle parole Maremma e Grosseto per rileggere e leggere la storia umana di questa terra in modo asettico, inviolabile, semmai commentando con borbottii sommessi derivati da deduzioni colte che sanno cogliere la logica del “perché alla fine le cose sono andate così”, ma che, o per il ruolo che occupano queste persone nella società o per snobbismo, non hanno riflessi concreti per la gente normale. Sarà tutto questo forse il famoso provincialismo?
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