Orrore!
Cosa si deve sentir dire ! Avete sentito cosa ha detto quello lì nell'intervista a TV9? Ha detto che lui mette sullo stesso livello la tessera di partito con il curriculum! Parlavano di come devono essere regolate le cariche dirigenziali nelle aziende cosiddette "partecipate", quelle insomma dove una parte del capitale è pubblico ed una parte privato.
Sullo stesso livello? Da come parlava quello lì evidentemente nemmeno sa cosa sia un curriculum vitae.
Allora, fin qui siamo stati sgarbati? Bene, facciamo i seri! Le tessere del partito sono oggi uno strumento negativo, sia come concetto che come strumento. Un tempo, quando la società era organizzata “de visu” aveva senso lo spirito del gruppo, la vicinanza fisica delle persone, la conoscenza diretta. La consapevolezza del “non essere soli” veniva da strumenti allora molto efficaci e che tra le altre cose hanno gnerato anche effetti positivi per la società democratica. Associarsi, stare insieme era la forza delle masse altrimenti impotenti, che attraverso le sezioni, le assemblee, pur anche le parrocchie ( trasversalità del meccanismo), certa stampa, le tessere appunto, accomunavano e davano sostanza a delle iniziative e facevano percepire che da soli poco lontano si andava ma che in gruppo si potevano ottenere risultati. Ed ancora, solo così il popolo, quelli che lavoravano dalla mattina alla sera potevano ottenere qualcosa. Altri, ovvero i gruppi potenti e in alto nella società garantivano le aspettative a sé stessi e a chi pareva loro attraverso i canali del vertice cioè attraverso il controllo delle istituzioni che da sempre sovrintendevano.
Oggi, caro tesserato, quella società non esiste più, è morta! Ne esiste un'altra da cui tu sei distante e impreparato. Non per cattiveria ma semplicemente perché tu credi che sarebbe sempre rimasto tutto come sempre è stato. Guarda che chi scrive viene da condizioni umili, umilissime, dagli ultimi, dai dediti al lavoro senza illusioni di salto di censo, dalla consapevolezza del valore della famiglia e del lavoro, dal rispetto per la persona e delle pari opportunità, di sinistra.
Oggi, caro tesserato, la tua tessera forse vale qualcosa se ti ci presenti alla National Gallery di Londra, sai perché? Perché lì si entra gratis tutti! A parte la battuta, e la forma irrispettosa usata verso le tessere, giacché a certe tessere cioè a quelle delle origini, nobili in senso umano perché erano il segno del rispetto incondizionato di certi valori, tessere su cui si poteva anche prestare giuramento perché rappresentavano l'appartenere ad una società che aspirava alla giustizia fra gli uomini, mai da tradire; come dicevamo, oggi, dove vada il mondo non lo sa nessuno con certezza, ma di sicuro non mancano gli uomini di buona volontà e di impegno che aspirano alla dignità umana per portare i minimi strumenti per raggiungerla anche a chi è meno fortunato. Ma questo, chi lo fa, lo fa studiando, lo fa con la conoscenza, attraverso la comunicazione silenziosa ma inarrestabile di internet, con investimenti veri sulla cultura, sulla matematica, sulle scienze umane, con le università, gli istituti di ricerca, i masters (o i maste!) e non con le tessere di partito, qualunque esso sia. Per dimostrarsi capaci serve studiare, passando per le vie di ricerca riconosciute a livello internazionale e non dal partito e dalla tessera. Se poi si resta a Grosseto, ahi voglia se le tessere valgono qualcosa, potremmo citare svariati siti internet dove sono elencati i nomi delle persone che sono impiegate in certi posti proprio perché la tessera li fa passare. Ciao, caro tesserato, ti auguro un buon soggiorno a Londra...ah! la tessera la puoi lasciare a casa, lì non serve!
Sullo stesso livello? Da come parlava quello lì evidentemente nemmeno sa cosa sia un curriculum vitae.
Allora, fin qui siamo stati sgarbati? Bene, facciamo i seri! Le tessere del partito sono oggi uno strumento negativo, sia come concetto che come strumento. Un tempo, quando la società era organizzata “de visu” aveva senso lo spirito del gruppo, la vicinanza fisica delle persone, la conoscenza diretta. La consapevolezza del “non essere soli” veniva da strumenti allora molto efficaci e che tra le altre cose hanno gnerato anche effetti positivi per la società democratica. Associarsi, stare insieme era la forza delle masse altrimenti impotenti, che attraverso le sezioni, le assemblee, pur anche le parrocchie ( trasversalità del meccanismo), certa stampa, le tessere appunto, accomunavano e davano sostanza a delle iniziative e facevano percepire che da soli poco lontano si andava ma che in gruppo si potevano ottenere risultati. Ed ancora, solo così il popolo, quelli che lavoravano dalla mattina alla sera potevano ottenere qualcosa. Altri, ovvero i gruppi potenti e in alto nella società garantivano le aspettative a sé stessi e a chi pareva loro attraverso i canali del vertice cioè attraverso il controllo delle istituzioni che da sempre sovrintendevano.
Oggi, caro tesserato, quella società non esiste più, è morta! Ne esiste un'altra da cui tu sei distante e impreparato. Non per cattiveria ma semplicemente perché tu credi che sarebbe sempre rimasto tutto come sempre è stato. Guarda che chi scrive viene da condizioni umili, umilissime, dagli ultimi, dai dediti al lavoro senza illusioni di salto di censo, dalla consapevolezza del valore della famiglia e del lavoro, dal rispetto per la persona e delle pari opportunità, di sinistra.
Oggi, caro tesserato, la tua tessera forse vale qualcosa se ti ci presenti alla National Gallery di Londra, sai perché? Perché lì si entra gratis tutti! A parte la battuta, e la forma irrispettosa usata verso le tessere, giacché a certe tessere cioè a quelle delle origini, nobili in senso umano perché erano il segno del rispetto incondizionato di certi valori, tessere su cui si poteva anche prestare giuramento perché rappresentavano l'appartenere ad una società che aspirava alla giustizia fra gli uomini, mai da tradire; come dicevamo, oggi, dove vada il mondo non lo sa nessuno con certezza, ma di sicuro non mancano gli uomini di buona volontà e di impegno che aspirano alla dignità umana per portare i minimi strumenti per raggiungerla anche a chi è meno fortunato. Ma questo, chi lo fa, lo fa studiando, lo fa con la conoscenza, attraverso la comunicazione silenziosa ma inarrestabile di internet, con investimenti veri sulla cultura, sulla matematica, sulle scienze umane, con le università, gli istituti di ricerca, i masters (o i maste!) e non con le tessere di partito, qualunque esso sia. Per dimostrarsi capaci serve studiare, passando per le vie di ricerca riconosciute a livello internazionale e non dal partito e dalla tessera. Se poi si resta a Grosseto, ahi voglia se le tessere valgono qualcosa, potremmo citare svariati siti internet dove sono elencati i nomi delle persone che sono impiegate in certi posti proprio perché la tessera li fa passare. Ciao, caro tesserato, ti auguro un buon soggiorno a Londra...ah! la tessera la puoi lasciare a casa, lì non serve!
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