un teatro ed una biblioteca a Grosseto
Nella Città di Grosseto esistono due immobili ambedue destinati o potenzialmente destinati a funzioni culturali.
Uno è l'edificio chiamato comunemente Cinema Moderno e uno è l'edificio chiamato Biblioteca Comunale Chelliana.
Penso che si possa convenire che ambedue gli edifici abbiano assolto per molti anni una funzione sociale-culturale irrinunciabile. Ambedue inseriti nel pieno contesto urbano propriamente detto.
Qualsiasi Amministrazione Comunale capoluogo mai potrebbe rinunciare a tali funzioni come diritto e come dovere.
Su molti articoli di cronaca e documenti ufficiali si è sempre letto delle performances culturali garantite dal Cinema Moderno che proprio per la sua strategica ubicazione e conformazione è stato adattato anche a supplire alla funzione di teatro; anzi il Comune ha sempre approfittato intelligentemente di sfruttare questo spazio per offrire spettacoli proprio in questo edificio pur essendo di proprietà privata quindi pagando un affitto. Ma la cultura è la cultura, guai a trascurarla! Intelligentemente il Comune appena gli si è presentata l'occasione non si è fatto sfuggire prontamente l'azione di acquistarlo prima che qualcun'altro potesse approfittarne. D'altra parte sennò quanto tempo sarebbe passato prima di avere un capiente teatro “moderno” con tutti i requisiti del caso come hanno le più importanti città del mondo. Ci sarebbe stato da bandire un concorso, quindi il Comune ha oculatamente agito.
L'altro edificio di questa riflessione è il Palazzo Mensini che per lunghi anni ha assolto la funzione di Biblioteca Comunale.
Su molti articoli di cronaca e documenti ufficiali si è sempre letto delle performances culturali garantite dalla Biblioteca Comunale. D'altronde la cultura è la cultura guai a trascurarla!
In questo caso però c'è qualcosa su cui riflettere. Per Palazzo Mensini il Comune non ha mai dovuto pagare affitto ed appena si è presentata l'occasione il Comune ha pensato di portare questa funzione in un luogo provvisorio e oggettivamente dimostratosi inadatto; d'altra parte le manutenzioni straordinarie sono necessarie.
Oggi per questa funzione culturale si è scelto di pensare ad un concorso di progettazione che ne preveda la futura ubicazione in un luogo marginale (anche se non distante dal centro della città) in quanto carico di oggettive difficoltà logistiche; ovvero per avere una biblioteca a sud dell'Istituto Agrario si dovranno sostenere anche elevati costi per garantire una viabilità oggi a dir poco inadeguata.
Quindi non si spiega l'evidente contraddizione delle due scelte. Semmai inquieta pensare che un'edificio privato diventi pubblico senza tante disquisizioni, mentre uno già Pubblico diventa strumento politico sicuramente a svantaggio della Comunità Cittadina. Le conseguenze di tali atteggiamenti sono gravi. Semmai le Azioni Amministrative vanno spiegate bene alla Popolazione che si sta dimenticando che avere delle opinioni è anche una responsabilità.
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