la biblioteca


La Biblioteca




Passeggiando in bella guisa

alzo gl'occhi e leggo scritto

un cartello che mi avvisa:

“qui si sta volgendo dritto!

e se 'l tempo non si spreca,

sorgerà la biblioteca”.



Ver che giorni son trascorsi

sui giornali sono apparsi

due signori conosciuti

alle prese col da farsi.



L'architetto incaricato va' portare

la notizia che per legger testi e affini

presto andremo in via Mazzini

e tenendo un libro in mano

mireremo un aeroplano.



“Son discorsi un poco astrusi”

riferisce il rosso Fusi,

rispondendo all'architetto

per l'aereo lì sul tetto.

“Non mi serve proprio a niente

sulla testa quel pendente,

sa di guerra e di battaglia

e coi libri non s'attaglia”



L'architetto esasperato

dell'incarico dotato

ascoltar non vuole inerme

“il progetto ormai l'ho fatto

per l'atteso manufatto

con scaffali libri e lumi

di gran pregio niun li sfumi,

il biplano che sospesi

non lo tocchi neanche il Fusi,

v'ho pensato l'Aviaticche

far l'ambiente molto scicche”.



Le pasticche per calmarsi

son per tutti in apoteca,

se vogliamo farci colti

nella nuova biblioteca.



L'apparir di queste rime

fa sembrare i versi chiusi

noi non siam per lodi e stime

al custode signor Fusi



Lui sta bene là dov è

non vuol chiedere alcunché.

Non importa se qualcuno

legge i libri sulla porta

non c'è posto e non si scosta

sembra farlo a bella posta.



S'è impuntato e non disposto

ai bicchieri lì sul posto

a bagnarsi lingua e gola

col bicchier di cocacola

“qui alla sete diam la stura

per chi ha voglia di cultura”.



Non s'è accorto, questo è certo

del progetto di Roberto

che di idee porta fresco

luce e spazio al nuovo desco.



“Mi accontento di pochino

quattro sedie e un tavolino,

per gli armadi ho competenza

vado a mondoconvenienza.

Mando a casa il progettista

che chiamar vuole il marmista

senza porci del ritegno

vuole fare tutto in legno.



I milioni son sprecati

mica siamo all'Intronati

Il ripiano in truciolato

è il migliore ritrovato

Per stivare libri rari

basta andare dal Gennari."



Conti, metri e bel disegno

vuole Lui lasciare il segno

ha stampato fogli e carta

con misure di ogni sorta.



"Basto io 'e son Valerio

a disporre con criterio

nuovi libri o polverosi

senza conti dispendiosi.”



Cittadino buon lettore,

leggi questo e a cosa credi:

approvare il Direttore

o all'impegno per gli arredi

ascoltar l'Architettore.



Se la strada vedi cieca

chiedi pure in biblioteca

ma i segreti senza veli

te li dice il buon Aureli.



Ti hanno scritto i comunisti

creder lor che tu l'armasti

quel biplano che pensasti

d'innocenti voli e casti.



Per ischerzo un buontempone

pender volle un cinghialone

Dir la sua con impazienza

ci fu pur la Resistenza.



L'inserviente, straccio in mano,

la domanda pose invano,

come faccio me tapino a pulire l'aeroplano.



Il paese tutto incline:

"che la storia abbia una fine!"

spera, agogna e un poco impreca

di riaver la biblioteca.

.

.

.



Passa il tempo e la memoria

passi lenti fa la storia!

Due anni or sono un poco persi,

risiam qui a riscriver versi!



La città che è un po' melenza

chiede a noi molta pazienza.

Attendiamo sotto al sole

nuove e fresche le parole.



Nel frattempo la cultura

esce fuori dalle mura

libri belli che hai già letto

trovi pur nel cassonetto.



Passan lenti molti mesi

e i lavori tanto attesi

paion belli che ripresi

nella sede abbandonata

ma da tanti molto amata.





Come il fuoco con la paglia

fummo presi da un abbaglio.

Le finestre furon chiuse

tutte nuove e decorose



a fermare quei piccioni

che il lavoro rendon vano

non son semi ma milioni

con quintali di lor guano.



Pur pittati tutti i muri

che pareva tutta nuova

a vedere da lì fuori

se la beffa non si scova.



Ogni giorno un pezzettino

sembra poi gran confusione

qui ci fanno anche il giardino

potrem legger lì L'Ombrone.



A far posto alla poesia

che di metro se ne intende

entra ora la Lucia

posizione lei si prende.



Noi speriam che non ci leggi

brava e buona la Matergi

noi non siam di certo avvezzi

a star fermi sopra i versi



se col metro lei misura

ci fa andà alla bocciatura.

Ma da giorni ormai s'è visto

usa il metro quello a stecca

forse usa pure il disto

e il progetto lei ritocca.



Ben conosce quel d'Arianna

per non perdersi usa il fil

lei di certo non c'inganna

ci propone pur la Gil

purchè tutto non sia finto

per uscir dal labirinto



la matassa tiene in mano

che se cade anche vicino

un groviglio e tutto è vano

con quel filo tanto fino



lei sicura or si mostra

lo va a dire anche in tivvù

del parlare è una maestra

"porto i libri fin quassù



questi muri sembran fusti

ci venivano i littori

sono proprio più robusti

porteremo qui i lettori ! "



Son Lucia ed ho maestria

tengo aperti bene gli occhi

non conosco la bugia

non m'affido mai ai tarocchi



La partita è ancora aperta

non di scopa né omonero

e di libri sono esperta

pur le carte tengo in vero



la vittoria è lì ad un passo

ho la mano assicurata

qui bisogna giochi l'asso

a sentirmi liberata

di riporre bene il Tasso

per non fare tardi e scempio

se del luogo voglio il tempio



il mio umore è un poco amaro

son convinta e in core spero

di riporre il libro caro

nella Via del Carbonaro



qui ha certo ahimè sofferto

con la bomba ch'è brillata

l'acqua e 'l fango l'han coperto

poi la mano del pirata



ma vuoi mettere i ricordi !

sembra quasi ad aspettar

forse è il soffio di Bianciardi

vedo solo lì a sfogliar



da quel vetro sporco e infranto

parmi un sogno quasi incanto

gira pagine silente

ed attende la sua gente



scocco subito il mio dardo

del mio arco ho molti fans

non m'arrendo e molto ardo

come quella d'Orleans



ma non certo sulla pira

veder nuova che s'aspira

mostrar tutti che risorgi

grazie al nome di Matergi

di Grosseto la pulzella

la Chelliana fò più bella



quando tutto poi è finito

non sarò una santità

ma che gioia resto un mito

e a quel luogo indentità

riconsegno e dignità



fuor dal metro l'università

non riuscivo come prima

a far bene con la rima

è destino che non sta

e lontano da qui và



senza soldi vien da Siena

che sta in piedi a malapena

sembra quasi un carrozzone

vada pure là all'Ombrone



questi libri c'eran prima

e mi viene ben la rima

se la vadano a far là

tutta l'università



la Chelliana in via Mazzini

è a portata dei ragazzi

voglion tutti i cittadini

ce ne parli il Bonifazi



che la storia regge in corso

scrive pure un paradosso

attendiamo un suo discorso

che non venga poi il rimorso



d'aver fatto un grande errore

d'aspettare troppe ore

te lo dice l'assessore

te lo implora lo scrittore



se ci fosse anche Cassola

non saresti troppo sola

a portare Vittorini

senza indugio in via Mazzini



lì davanti alla Tombari

la reclaman con Rodari

tutti in coro gli scolari

mica tutti son somari .



A sentir dalla barcaccia

tutti presi dai ricordi

"governar che faticaccia!"

sono insieme lì concordi

baci abbracci gran rispetto

io da parte un po' mi metto.



Sono tutti sonnecchianti

cittadini senza accordi,

sui divani, stan distanti,

rassegnati o poco accorti?



Cittadino porta un foglio!

Mille firme e un po' d'orgoglio!

sostener con grande piglio

"la Chelliana io rivoglio!

e ci va pure mio figlio!"

hanno preso un grande abbaglio

son convinto non mi sbaglio!



Sono tanti i soldi spesi!

troppo spesso a ritornar

sopra i passi a camminar

non ci dite perché arresi!

io sgomento qui a pensar

poi non vado più a votar!



Sono solo triste e inerme

va a finir come le terme!

Chi ha pensato ha fatto male

di strappar l'idea iniziale!

messi ha i piedi giù dal letto

ed è tutto a Caporetto!



Saper noi si vuol chi ha detto

di trovarle un altro tetto

un cognome pure avrà

o da noi dovrem cercar



Un gran genio o un gran maestro

non ha certo gran capestro

che sia destro oppur sinistro

lui vuol far proprio dispetto

sconosciuto a lui è il rispetto



ma speriam che alla Lucia

che sa ben l'antologia

venga forza e nostalgia

altrimenti non c'è via

poi dovrem chiamar l'Argia!



ma a quel punto ormai gl' è tardi

e vivremo di ricordi

tanto qui più conta niente

e per ultima la gente

che riposta anche la mente

e nessuno ormai ci sente.

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