la società davanti
Lascio la mia riflessione personale sapendo bene e sottolineando che è circoscritta alla mia esperienza, il che vuol dire limitata al mio vivere, al mio mondo, al mio micromondo. Come su un libro firma all’uscita da un museo. Solo sensazioni. Forse un mio particolare momento della vita, quello che sto vivendo da quattro anni a questa parte mi induce a scrivere su ciò che riesco a cogliere dalla società cui appartengo. In questo preciso momento sto pensando alle due esposizioni colte a cui ho assistito su Antonio Gramsci, quindi mi sento legittimato a scrivere e allo stesso tempo spudorato. Devo precisare che il particolare momento di cui dicevo coincide appunto con la possibilità di essere vero spettatore di ciò che mi sta accadendo intorno. Uno spettatore fino ad ora, ma non so fino a quando privilegiato, perché standomene ahimé in disparte, cerco almeno di cogliere, a modo mio, una lettura, forse infantile e forse irresponsabile visto che mi sto avvicinando alla cinquantina. La frammentazione e la discontinuità degli impulsi che giungono alla società mi disorientano e forse è il vero male della “società liquida” di Zygmund Bauman. Concentrarsi per assimilare concetti oggi è quanto mai “dispendioso”; mi pare che quando esco di casa e mi imbatto nella società, di essere già in ritardo, di poco, pochissimo, ma in ritardo, cioè dietro, in fila. Come faccio a comprendere un colosso come Gramsci, mi servirebbe, perdonatemi il termine forse improprio, una “messa” settimanale, un abbassarmi ad ascoltare, come alla messa cattolica, ma poi quando esco sul sagrato, la società è già sfuggita, avanti, non avanti in senso positivo o negativo, anzi mi correggo, davanti, e io dietro. Guardo quelli che si limitano alla sola messa cattolica, ma in fondo forse viviamo tutti, superficiali e non, come un elettrone intorno all’atomo; avete presenti le “immagini” dell’elettrone che gravita intorno all’atomo? A volte sembrano degli 8 o quelle figure che si disegnano con l’ipotrocoide: mica è il vero percorso che compie l’elettrone, ma è la rappresentazione della possibilità che lui da lì ci passi e non è detto che ci passerà mai, però lì intorno sta. La natura ha fatto così l’atomo, mica ci possiamo opporre. Forse anche l’uomo è fatto come l’elettrone, deve girare intorno a qualcosa, punto! Non so se questo abbia a che fare con Gramsci o con Dio.
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