politica locale e amministrazione locale


Ad ogni elezione amministrativa si ripete la competizione fra partiti politici. La destra e la sinistra trovano, anche sul territorio, sulle questioni locali, argomenti per dividere la popolazione, innescando un meccanismo perverso dove gli abitanti delle città rimangono molto spesso e conseguentemente, intrappolati nei problemi, non rendendosi conto che le ideologie arrivano a contaminare l'ambiente quotidiano anche dove non avrebbero motivo di entrare. Riemergono sempre fascismi e comunismi di cui tali tifoserie, se si andasse poi a vedere, saprebbero anche poco dal punto di vista storico, eppure tali ancestrali rimembranze diventano nella cabina elettorale una vendetta personale nei confronti dello storico nemico. Poco, i partiti, perlustrano invece il terreno degli organici di personale pubblico da cui potrebbero cominciare per fare quello che dovrebbero fare. Le municipalità infatti dovrebbero soprattutto occuparsi della vita comunitaria fatta in gran parte di contingenze del quotidiano e del breve periodo. Poi ci sono gli aspetti del lungo periodo ma di quelli se ne deve far carico un buon regolamento urbanistico e le collegate norme. Il comune di Roma, per esempio, dispone tra dipendenti diretti e partecipate di circa 50000 persone, e come ha detto la sindaca appena eletta, "con tutte queste persone a disposizione i cittadini potrebbero mangiare sul marciapiede". Ecco infatti che questo esempio mette in luce proprio quello su cui le amministrazioni comunali dovrebbero incentrare il loro operato, rendere cioè agevole e civile la convivenza. Sul medio periodo le amministrazioni dovrebbero anche essere caricate del compito di rendere edotti gli abitanti su come si debba vivere in una città; la cosa infatti non ha mai interessato chi amministra, ma per rendere consapevoli i cittadini su come si possa vivere in un territorio, dove si concetrano tante persone come sono le città, è indispensabile una seria campagna di informazione e formazione. D'altra parte la città di oggi è molto sofisticata ( pensiamo alle metropoli e la gestione della mobilità) . Ecco appunto la necessità di introdurre nelle scuole un percorso didattico, come quello da me redatto ( lo invio a chi me lo richieda magari per integrarlo e migliorarlo), che nel medio periodo farebbe crescere persone con la consapevolezza del vivere urbano. Gli organici di personale dei medi e grandi comuni sono composti da un grande numero di dipendenti e molto spesso le mansioni di tali organici non coincidono con le esigenze delle città. Si insinuano infatti aspetti interni agli uffici di cui ai cittadini poco importa di sapere, ma da cui ne conseguono sofferenze e disservizi. Lo stesso proliferare di forme giuridiche, dalle associazioni alle cooperative, chiamate ad occuparsi di aspetti prettamente di competenza diretta comunale è la dimostrazione che non esista snellezza di adeguamento alle vere necessità della città. Si parla di grandi numeri di persone, ovvero di organici dalle 500 persone in su. Se dovessimo paragonare le performances di aziende di mercato alle amministrazioni comunali ci accorgeremmo che le aziende di mercato con più di 500 persone sono relativamente poche (almeno in Italia) e quelle che ci sono muovono grandi somme di denaro producendo grandi fatturati, cosa che invece non avviene in maniera eclatante nelle amministrazioni comunali, dove anzi, pur godendo di grandi numeri di personale c'è sempre bisogno di far intervenire aziende appaltanti o partecipate. Quindi occorrerebbe che gli abitanti delle città prendessero in esame tale aspetto, più che farsi abbindolare dalle elucubrazioni di politica internazionale fatta da semplici ma tanti alfieri locali che hanno come prerogativa altre mire
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