amare la città

A proposito di amare una città.  
L'amore per la propria città è un concetto ampio, come quando lo si esprime verso una persona. Certamente mi chiedo quale significato assuma dichiarare di amare una città, mi chiedo se ci siano affinità con l'amore che si  dona e si riceve da una persona. Come circoscrivere e raccontare l'amore per una città? Forse chi lo dichiara ha già fatto un passo avanti verso valori condivisibili, diversi dai valori attinenti ai rapporti strettamente familiari, quelli cioè che concernono le cerchie ristrette: la persona amata, i figli, le famiglia, gli amici. Dichiarare l'amore per una città per me  credo contempli valori che escono dalla sfera riservata a chi mi sta vicino, quella strettamente personale, implica cioè di stare insieme a molte persone, a gruppi, ma anche al sapere che da qualche parte della città, anche se io sono chiuso in casa, c’è qualcuno che sta vivendo bene la propria vita di cittadino, come ad esempio in una scuola, in una sala spettacolo, sui luoghi di lavoro, in quei luoghi dove si fa il possibile per curare le persone, eccetera. Mi chiedo quanto siamo capaci  di concepire un dare-avere amore oltre quello che stabiliamo con le persone a noi più vicine. Quanto e come sappiamo concepire affinità con luoghi cittadini che ci hanno “ospitato” per molti anni della nostra vita, luoghi dove abbiamo giocato, strade percorse centinaia di volte, luoghi che abbiamo visto trasformarsi o nascere dopo di noi. Proprio in questa piazza virtuale, nel tempo, sono stati scritti ricordi di cose comuni a molti, sono comparse immagini che ci hanno ricondotto a giorni ormai sbiaditi dal tempo, chi ha dedicato poesie alla città, battute, vernacolo; qualcuno ha voluto anche sottolineare contingenze stridenti, altri hanno voluto contribuire con “voli” su altri luoghi. Si sa che la piazza, già dall’antica Grecia, che l’ha inventata, o comunque l’ha resa fulcro del vivere comune, è fatta di rumori, vocii, grida, parlottii, movimenti incrociati e disordinati, comizi, risate, abbracci.
Mi è capitato di parlare con persone non abituate a spostarsi molto in città dalle quali ho percepito una certa ritrosia ad esplorare “nuovi” luoghi proprio perché considerati luoghi estranei,  in cui si sentirebbero perse.  Mi domando se non sia una questione di affinità, la stessa affinità che si costruisce piano piano quando ci si avvicina ad una persona della quale si percepisce qualcosa che ci coinvolge e che a volte porta addirittura all’innamoramento.

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